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Una tra le pratiche più utilizzate in viticultura è quella dell’innesto in quanto permette alla pianta di sopravvivere negli anni e quindi mantenere stabile la produttività del vigneto nel tempo.
Grazie alle varie tecniche di innesto che si sono sperimentate negli anni le viti hanno raggiunto dei livelli altissimi in termini di resistenza a parassiti e malattie, oltre che permettere la produzione di uva di ottima qualità.
L’innesto varia a seconda di tanti fattori, ecco perché la tecnica dell’innesto non è per tutti! Bisogna tener conto dell’uso che deve farsi del frutto, della tipologia, del territorio nel quale la pianta cresce. Questi sono solo alcuni degli elementi che vanno ad influire sulla tecnica dell’innesto.
Nel nostro articolo parleremo della classica tecnica per innesto, utilizzata molto in Italia e solitamente per pianti con le seguenti caratteristiche:
La tecnica più comune per l’innesto della vite è la tecnica a spacco. Una tecnica utilizzata per creare dei nuovi esemplari più forti e più produttivi. La tecnica sfrutta due pezzi che sono l’innesto (marze) e il portainnesto.
Il portainnesto è la base sulla quale sarà inserito il nesto che darà vita al nuovo esemplare. Con questa tecnica si va a creare una pianta con le stesse caratteristiche genetiche di quella “madre”, ma con l’unica differenza che sarà più forte e meno soggetta ad epidemie.
L’innesto a spacco viene fatto prelevando da una pianta sana utilizzando le apposite forbici da pota alcuni rami detti marze per unirli ad una pianta simile. Le marze vengono lavorate con appositi coltelli da innesto in modo da eseguire un taglio obliquo.
Una volta preparate le marze si passa al portainnesto. Il portainnesto è il tronco di una pianta (ripulito dalle foglie e altri rami) che dovrà contenere le marze.
Va eseguito un taglio profondo circa 4/5 centimetri e all’interno vanno inserite 2 marze in modo tale che il taglio obliquo delle marze coincida con il taglio fatto nel portainnesto.
Una volta fatto il tutto si passa alla legatura con le rafie che sono pezzi di corda in carta o pvc adatti alla legatura. Per evitare l’attacco dei parassiti è consigliabile ricoprire il tutto con apposito mastice per innesto.
Solitamente l’innesto viene fatto tra la seconda metà di Febbraio e la prima metà di marzo. Questo tipo di innesto è molto semplice, vi raccomandiamo però di utilizzare delle marze rigogliose, in vita e piene di foglie con almeno 2/3 gemme.
La pratica dell’innesto a spacco come dicevamo è molto semplice, si deve fare però attenzione alla tipologia di viti che si va ad innestare tra di loro.
La vite americana è particolarmente resistente alla filossera e, spesso, viene usata come portainnesto per la propagazione di nuove piante di vite europea poiché si tratta di piante appartenenti alla macrocategoria di vite selvatica e usate per la produzione di uva e vino.
Mischiare questa tipologia di vite a una varietà come quella canadese, ornamentale, non avrebbe alcun beneficio.
Scegli bene il periodo di innesto, infatti dipende molto anche dal tipo di innesto che si sta per eseguire.
Vi ricordiamo che la base obliqua delle marze e il portainnesto devono aderire alla perfezione, va fatto un taglio netto e preciso. Vi ricordiamo pertanto di utilizzare dei buoni strumenti per una riuscita ottimale dell’operazione di innesto.
Vi suggeriamo di seguito alcuni prodotti che potrebbero essere utili:
Questo è quello che c’è da sapere in merito alla tecnica dell’innesto a spacco. Mi raccomando seguite i nostri consigli e mettetevi subito all’opera!
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